Intervista alla psicologa Francesca Silvestri
Praticare sport è indispensabile per il benessere fisico, ma per un equilibrio complessivo della persona non bisogna sottovalutare l’aspetto psicologico. Abbiamo quindi incontrato la dott.ssa Francesca Silvestri, psicologa, che può darci qualche consiglio.
Dott.ssa Silvestri, qual è stato il suo percorso di formazione?
Mi sono laureata all’Università di Padova in psicologia clinico-dinamica e, dopo il tirocinio, ho superato l’esame di stato, iscrivendomi così all’Albo dell’Ordine degli Psicologi del Veneto (n. 9374). Ho frequentato la Scuola di Specializzazione S.P.P.I.E. “H. Bernheim” (Scuola di Psicoterapia Psicosintetica ed Ipnosi Ericksoniana). La Scuola presenta un approccio integrato, che si basa su tre orientamenti teorici. Il primo è la psicologia analitica junghiana, che dà ampio spazio all’analisi del profondo, l’interpretazione dei sogni, l’utilizzo dei miti e dei simboli. Il secondo è la psicosintesi, che si sviluppa secondo tre principi enunciati da Roberto Assaggioli: conosci te stesso, possiedi te stesso, trasforma te stesso. Infine l’uso dell’ipnosi ericksoniana, uno stato modificato di coscienza che permette di esplorare il mondo interno per scoprire emozioni e potenzialità nascoste. È un tipo di psicologia che scava in profondità, a partire dalla relazione.
Quali sono state le sue esperienze professionali e quali progetti sta portando avanti?
Ho fatto diversi tirocini e sono stata responsabile dei progetti educativi per una cooperativa del territorio in collaborazione con il comune di Sona. Da quest’anno ho voluto investire nella mia professione, praticando la mia attività in autonomia. Oltre alla psicoterapia individuale, mi occupo di alcuni progetti con altre colleghe. Abbiamo avviato percorsi di formazione per genitori e di accompagnamento alla nascita e alla genitorialità. Credo poi molto nel “Progetto Pangea”, promosso con alcune colleghe, che ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone e soprattutto i medici di base sui temi dell’aiuto psicologico. Spesso le persone riferiscono i propri problemi a loro, magari cercando la “pastiglia” per stare meglio, non sapendo a chi altro rivolgersi.
Chi sono le persone che si rivolgono a lei?
Soprattutto adulti, in quanto facciamo un lavoro in profondità con uno scambio il più dinamico possibile. Si possono rivolgere a me persone che hanno problemi di depressione, attacchi di panico, disturbi dell’umore, conflitti a livello relazionale, lutti: momenti che portano a una situazione di blocco e di crisi, che vengono poi rivalutati in modo positivo, con l’occasione di riflettere su di sé. Disturbi che presentano maggior gravità devono essere seguiti da uno psichiatra o da strutture adeguate.
Non sempre è facile chiedere un aiuto psicologico…
Spesso ci sono reticenze verso la figura dello psicologo, magari non è nemmeno chiaro il suo ruolo. Le frasi che si sentono più spesso sono: “Ce la faccio da solo” oppure “Non sono mica matto!”. Ma la psicoterapia ha l’obiettivo di offrire uno spazio di ascolto in cui potersi esprimere liberamente e senza giudizio, una guida esperta nel precorso di vita, individuando con il paziente dei punti fermi e delle risorse interne in situazioni di difficoltà. È una via per crescere ed evolvere, leggendo le situazioni in una nuova luce.
Che suggerimenti darebbe a una persona che vuole risolvere un problema?
Fondamentale parlarne con qualcuno. Per qualsiasi difficoltà, il primo passo è chiedere aiuto. Non bisogna vergognarsi di una propria debolezza, ma cercare di portarla all’esterno. Spesso si pensa di “essere forti abbastanza”, ma la vera forza è anche chiedere una mano nel momento giusto, individuando l’esperto che può garantire un aiuto qualificato.
Cosa significa “psicoterapia”? È un percorso lungo?
Non necessariamente. Non è detto che tutti debbano intraprendere un percorso di psicoterapia. Potrebbe essere sufficiente una consulenza su un tema particolare. Certo, se si vuole intraprendere un percorso di trasformazione profonda del proprio modo di affrontare il mondo, allora è necessario più tempo. I cambiamenti non sono mai immediati. Spesso si tende a volere “tutto subito”, mentre sarebbe importante fermarsi ogni tanto a guardarsi dentro. Nel mondo di oggi diminuisce sempre più lo spazio per il dialogo, per il confronto, per la riflessione. Conoscere meglio sé stessi aiuta anche a vivere meglio le proprie relazioni. Trovando tempo di qualità per stare in relazione, si modifica l’idea di sé in rapporto al mondo.
Quindi una persona in cerca di un aiuto, cosa deve fare?
È sufficiente una telefonata per un primo contatto e cercare di individuare il problema. Si fissa un primo colloquio, che servirà a conoscersi e a definire insieme una specie di “contratto”: quali sono le richieste, su cosa si vuole lavorare, con quali obiettivi. Questa prima fase può durare anche due o tre incontri. La persona, in questo modo, può capire se questo percorso è adatto a lei oppure no. Quando si comincia, in genere non è facile prevedere un termine specifico, in quanto – come dicevamo prima – per un cambiamento profondo può essere necessario del tempo, oltre all’impegno in prima persona.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Mi piacerebbe attivare dei percorsi di gruppo su varie tematiche, insieme ad altri professionisti. È sempre utile una fonte di confronto e conoscere modalità diverse di affrontare i problemi. Il mio sogno però rimane quello di uno studio di psicoterapia ben avviato. È bello vedere il cambiamento delle persone e il beneficio della trasformazione che riescono a realizzare!
INFO e CONTATTI
Dott.ssa Francesca Silvestri, Psicologa psicoterapeuta
Cell. 349 7151570
Via Saval, 3 – Verona e San Martino Buon Albergo (VR)