ECCO ALCUNE NOSTRE CONSIDERAZIONI SULL’ANNO APPENA TRASCORSO…

Non sappiamo se il 2020 sia stato un annus horribilis per lo sport di base ma, come certamente è stato per tutto il sistema associativo (sportivo, artistico, culturale, di volontariato, etc.), si è trattato di un’epoca colma di insidie che ne hanno minato l’esistenza stessa e, ahinoi, che per i soggetti più fragili si è dimostrata fatale.
Quest’anno abbiamo visto lo sport, a tutti i livelli, fermarsi e ripartire per poi fermarsi di nuovo. Abbiamo visto gli sport di vertice come giganti dai piedi di argilla, in piena crisi per i mancati introiti dovuti allo stop forzato. Abbiamo visto le piccole associazioni/società sportive re-inventarsi con le attività sportive/formative/didattiche svolte on-line. Abbiamo visto runner spuntare come funghi o, magari, non li vedevamo prima perché in altre faccende affaccendati. Abbiamo visto associazioni/società sportive fare anche ingenti investimenti per garantire salute /sicurezza ai propri atleti e per poter continuare le attività. Abbiamo visto sparire il lievito di birra dagli scaffali dei supermercati per panificare… per poi scoprire il desiderio di fare attività sportiva per smaltire i luculliani domestici bagordi. Abbiamo visto dirigenti sportivi, solitamente intenti a curare la preparazione atletica degli atleti o a organizzare allenamenti, gare, amichevoli, competizioni… interessarsi di DPCM che, fino ai recenti fatti, erano dei grandi sconosciuti. Abbiamo visto rinviare un’Olimpiade e un Campionato Europeo di Calcio per motivi sanitari. Abbiamo visto un quadro normativo in fermento: dal riconoscimento pubblico del ruolo dello sport con piccoli e grandi contributi a sostegno dell’attività sportiva di base sino alla presa di coscienza che esiste un mondo di “lavoratori dello sport”; dalla recentissima e ancora incompleta “riforma dello sport” sino alla “riforma del terzo settore”. Abbiamo visto associazioni/società sportive studiare e applicare protocolli di sicurezza per poi scoprire che poteva non essere sufficiente. Abbiamo visto ragazzini e ragazzine sui campi e nelle palestre dare una lezione di ordine e disciplina tanto da far sfigurare gli atleti adulti di ogni ordine e grado. Abbiamo visto istruttori sportivi approfittare dello stop delle attività per aggiornare le loro competenze. Abbiamo visto associazioni/società sportive nascere e morire.

Di cose, dobbiamo dire, ne abbiamo viste. E di cose, certamente, come Unione Sportiva ACLI ne abbiamo fatte. Ci siamo re-inventati: abbiamo offerto supporto alle associazioni/società sportive in difficoltà. Abbiamo lavorato per consentirgli con tutte le nostre forze di svolgere la loro attività. Abbiamo sviluppato attività formative e informative on-line. Abbiamo messo a disposizione le nostre competenze e le nostre strutture per cercare, per quel che era nelle nostre possibilità, di agevolare i processi associativi e sportivi. Abbiamo fatto, quanto potevamo ed era necessario per permettere la loro sopravvivenza.
All’interno di uno scenario così incerto e di scenari altrettanto inediti, però, se vogliamo trovare un punto che può traghettare il mondo dello sport verso il futuro, forse, possiamo adottare come termine-faro quello della consapevolezza. Consapevolezza che lo sport di base è un punto focale nella vita di ogni famiglia: da quello praticato dai figli a quello dei genitori, poiché tutti trovano in esso una importante valvola di sfogo. Consapevolezza del fatto che esso rappresenta un nodo relazionale e educativo irrinunciabile per la nostra società. Consapevolezza del fatto che lo sport è anche motore di economia civile dei territori in cui opera. Consapevolezza del fatto che ora che abbiamo provato cosa vuol dire l’assenza dello sport nelle nostre vite, certamente tutti (dal legislatore agli atleti) ne valuteranno e vivranno in modo diverso l’importanza.
Consapevolezza, dunque, del fatto che se riuscissimo a fare tesoro di ciò che abbiamo emotivamente e tecnicamente appreso in questo difficile 2020, con una visione comune e uno sforzo collettivo il 2021 potrebbe davvero essere un annus mirabilis per lo sport di base.