L’attività sportiva è importante per tutti e la salute fisica è un valore da difendere, anche con la prevenzione. Per questo motivo è fondamentale sottoporsi a controlli medici periodici. Abbiamo incontrato il dott. Stefano Angeli, medico dello sport e cardiologo, nel suo studio di Via Emilio Salgari, 1 in zona Porta Vescovo a Verona.
Dott. Stefano Angeli, qual è stato il suo percorso di formazione e professionale?
Mi sono laureato in medicina all’università di Verona nel 1980, con la specializzazione in cardiologia nel 1984. Nel 1988 mi sono specializzato in medicina dello sport all’università di Trieste. Da qualche anno sono il medico della Virtus di Borgo Venezia, società calcistica che gioca fra serie D e C2. Lo studio ha l’autorizzazione regionale “B102” per esercitare ufficialmente e rilasciare certificati medici per lo sport.
Cos’è una visita medica per lo sport? Quali sono gli obiettivi?
Sono visite finalizzate a garantire la salute degli atleti, in particolare di quelli “senior”. Nel nostro studio diamo grande attenzione all’aspetto cardiologico. Spesso infatti, a fronte della voglia di giocare e della passione per lo sport, ci si dimentica di rispettare le reali condizioni del proprio corpo. Oltre al protocollo di legge che prevede il test da sforzo e la spirometria, noi effettuiamo su ogni atleta – fuori dal protocollo – un elettrocardiogramma completo. Questo esame è importante perché, con l’età, aumenta in modo esponenziale il rischio di problemi cardiaci. Purtroppo ci capita di dover fermare alcuni atleti, che – usciti dallo studio – vengono indirizzati a un’operazione. Succede almeno due-tre volte l’anno. Il mio compito, infatti, non è solo quello di avviare allo sport, ma soprattutto di prevenire danni cardiaci che potrebbero essere enormi.
Come si svolge la visita?
Si comincia con un’anamnesi, ovvero un colloquio preliminare volto a conoscere lo stato di salute generale dell’atleta, il suo stile di vita ed eventuali malattie genetiche o altre patologie già note. La visita prosegue in modo diverso sotto e sopra i 35 anni. La visita medico-sportiva agonistica sotto i 35 anni prevede un protocollo più abbreviato. Si sottopone l’atleta a un test alla bicicletta ergometrica (una particolare cyclette) con sforzo costante per 3 minuti. Gli over 35 vengono invece monitorati con gli elettrodi e i carichi crescono ogni due minuti fino al raggiungimento della frequenza cardiaca massimale, che si individua sottraendo a 220 l’età dell’atleta. Quindi, facendo l’esempio di un atleta di 60 anni, a 160 battiti per minuto fermiamo la prova e controlliamo il report dell’elettrocardiogramma. Per nostra scelta gli atleti vengono sempre sottoposti a elettrocardiogramma, fuori dal protocollo standard, senza costi aggiuntivi. Se tutto rientra nei limiti, dopo esame oculistico, quello delle urine e spirometria, rilasciamo un certificato per l’attività agonistica. I test dovranno essere ripetuti dopo 1 anno per la maggior parte degli sport, dopo 2 anni per alcuni sport a minor impegno aerobico (come il golf e la pesca).
E per quanto riguarda l’attività sportiva non agonistica?
Ci sono anche certificati per l’attività sportiva non agonistica, finalizzati ad attività non competitiva o generica in palestra. In questo caso sono previsti anamnesi, elettrocardiogramma e visita cardiologica, per ogni età, ai sensi della legge Balduzzi-Lorenzin del 2014.
La vostra specialità, quindi, è l’accuratezza delle analisi dal punto di vista cardiologico. Ci sono altri test che potete offrire agli atleti?
Su richiesta, possiamo fare analisi cardiologiche di secondo livello, come Holter pressorio e Holter cardiaco. Con queste indagini si possono individuare eventuali aritmie, misurando il battito cardiaco nelle 24 ore. Applichiamo un apparecchio e il paziente torna il giorno dopo per l’analisi dei risultati. Per gli atleti con lesioni muscolari, facciamo analisi con il nostro ecodoppler multidisciplinare. In questo modo possiamo distinguere fra stiramento, distrazione o strappo, per esempio. Un fisioterapista, il dott. Pietro Zanella, è disponibile per consulenze specifiche sul recupero dopo un infortunio. Seguiamo anche eventuali richieste per le misurazioni della soglia aerobica e anaerobica, ovvero per individuare il limite massimo fino a cui l’atleta (ad esempio un maratoneta) può spingere senza andare in debito di ossigeno, evitando la famosa “carne grea”.
Quali sono i segnali da non sottovalutare per riconoscere patologie cardio-vascolari?
Dolori retro sternali (dietro allo sterno) durante sforzo, aumento esagerato di battito cardiaco (oltre 130), magari anche per piccoli sforzi. Comparsa di dispnea (mancanza di respiro) anche per sforzi lievi. Questi sono fattori che fanno sospettare patologie cardio-vascolari.
Quali consigli darebbe per una migliore vita sportiva?
Il fumo è un killer per tutti, ma lo è specialmente per l’atleta, come anche l’obesità. È importantissimo evitare abusi di qualsiasi tipo e avere una corretta alimentazione. Qualsiasi malattia particolare, come il diabete, deve essere tenuta sotto controllo con esami specifici. L’attività sportiva è sana e aiuta a vivere, l’agonismo deve essere valutato dall’atleta e dal medico, perché può essere un’arma pericolosa. L’uso smodato di integratori, magari comprati in autonomia attraverso internet, è una moda che rischia di causare gravi danni.
Che tempi ci sono per prenotare una visita?
L’autunno è il periodo più congestionato, mentre in estate abbiamo più disponibilità. In media, comunque, circa 7 giorni. Teniamo lo studio aperto anche fino alle 20 per agevolare chi lavora. Lo studio è aperto dal lunedì al venerdì e il sabato mattina su richiesta.